Ogni volta che si torna da un viaggio o da uno shooting fotografico, ci si ritrova davanti a una quantità infinita di foto da editare. Questo lavoro richiede davvero tanto tempo, e molte volte i parametri su cui si interviene sono sempre gli stessi. Finalmente, grazie alla console Loupedeck, sono riuscito a migliorare notevolmente il mio workflow: adesso vi spiego il perché.

Solitamente dopo aver collegato la mia SD al computer, i pensieri che mi passano per la mente sono: “ok, ora da dove inizio?”, “non finirò mai”, “come ho fatto a scattare tutte queste foto?”.

Fino a poco tempo fa, la mia routine per modificare le foto era tipo: seleziono e segnalo le foto a cui decido di dare una possibilità; apro ogni singola foto; mi armo di mouse e tanta, tantissima pazienza e inizio le mie ore di editing.

Ripetere sempre gli stessi passaggi, a lungo andare, è davvero sfiancante e rischia di mandarti al manicomio.In molti casi ogni parametro di una foto necessita di valori diversi a seconda della luce, e questo non mi permette di copiare e incollare le impostazioni su tutte le foto, perché dovrei comunque intervenire nuovamente per fare delle mini-regolazioni.

Finalmente la soluzione

Loupedeck, è finalmente riuscita a creare l’oggetto dei desideri di tutti quei fotografi che, come me, passano ore davanti al computer perdendo diottrie come se fossero capelli.

Si tratta di una console studiata appositamente per Lightroom che, attraverso i suoi tasti specifici, riesce a velocizzare il proprio workflow in maniera decisamente sensibile.
Il prezzo di questa console si aggira sui 199€ sul loro sito o su Amazon.

 

Materiale e disposizione dei tasti

Innanzitutto, bisogna fare i complimenti per il packaging: come dico sempre, questo aspetto a volte viene trascurato, ma è uno dei fattori più importanti di un prodotto.

La console è fatta di una plastica di alta qualità. Al tatto dà una sensazione di solidità e allo stesso tempo è molto leggera.
Per collegarla al computer è presente un cavo USB attaccato direttamente alla console, quindi non sostituibile.

 

Sulla superficie sono presenti dei tasti e dei cursori che corrispondono alle varie funzioni presenti su Lightroom, dalla valutazione tramite “stelline”, alla saturazione, esposizione, chiarezza, bianchi, luci e via dicendo.

Oltre ai tasti è presente una rotella che serve a ruotare e a croppare la foto, e diverse rotelle più piccole che servono a intervenire su ogni singolo colore quando si agisce sulla saturazione, luminanza e sulla tonalità.

I cursori e le rotelle fanno dei piccoli scatti ogni volta che si varia di un’unità il valore di un parametro: questo rende ogni operazione davvero precisa.
Oltre a questi cursori sono presenti i tasti “esporta”, “prima/dopo” e le frecce per passare da una foto all’altra.

Infine, i tasti che reputo tra i più importanti, sono quelli posizionati sulla parte superiore della console che vanno da P1 a P8. Questi tasti sono personalizzabili, e tra le altre cose, si può decidere di assegnargli i propri preset.

Questa funzionalità è molto utile, soprattutto nel caso in cui si voglia utilizzare un particolare preset da applicare alle foto destinate alla propria pagina su Instagram, creando un effetto omologo per il proprio feed.

Uso pratico

Il procedimento per l’installazione è molto intuitivo e immediato, un altro punto a favore di Loupedeck.Per installare la console Loupedeck, basta collegarla al computer, scaricare l’apposito software per l’installazione e seguire i semplici passi.

Ovviamente, prima di prendere la mano con questa console ci vuole un po’ di tempo, ma una volta che si abitua, il proprio workflow subisce un netto miglioramento.
I tempi di modifica di ogni singola foto si dimezzano e nella maggior parte dei casi, si riesce a modificare tutte le foto senza dover ricorrere al mouse o alla tastiera del computer.

Cosa si può migliorare

In linea generale, sono molto contento di questa tastiera, però ci sono due piccole accortezze che a mio modo di vedere la renderebbero praticamente perfetta.

Sto parlando della mancanza di una connettività tramite cavo di tipo USB-C (nel 2018 dovremmo evolverci). Questa mancanza obbliga tutti i possessori di MacBook Pro di ultima generazione a usare un adattatore, che secondo me è davvero una seccatura, ma niente che non si possa migliorare in una seconda versione della console.

La seconda cosa che non mi è piaciuta particolarmente, è data dal fatto che i tasti delle frecce debbano essere premuti con decisione per eseguire il comando. Infatti, a differenza degli altri tasti sono meno sensibili, ma anche in questo caso si tratta di una piccolezza.

A chi è rivolta la console Loupedeck

Questa console è rivolta a tutti i fotografi amatori e professionisti che si trovano a dover modificare una grande quantità di foto e lo vogliono fare in maniera più pratica e veloce risparmiando tempo.
L’utilizzo di questa console richiede ovviamente una minima familiarità con il software Lightroom, quindi non è del tutto adatta a chi parte da zero con l’editing fotografico.

loupedeck-7

La console non occupa molto spazio, è grossa come una normale tastiera di un computer fisso. Questo però, implica che nella maggior parte dei casi venga utilizzata quando ci si trova a casa, poiché portarsela dietro per ogni viaggio o spostamento non è che sia davvero comodo.

In conclusione posso ritenermi davvero soddisfatto di questa console, Loupedeck è riuscita finalmente a creare l’oggetto che tutti i fotografi volevano avere tra le mani prima di prendersi a cazzotti con tutte le foto da modificare.

Spero che questa recensione vi sia stata d’aiuto, alla prossima!